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LA POSTURA DELLA MANDIBOLA E L'OCCLUSIONE

Avere i denti “dritti” è sufficiente per avere un sorriso perfetto?

Una buona occlusione è fondamentale per permettere all’individuo non solo di poter masticare efficacemente ma anche per mantenere la postura corretta del corpo. Infatti, in presenza di una cattiva occlusione dentale, la postura del corpo si ritrova a dover effettuare degli aggiustamenti, come? Cambiando l’inclinazione del corpo e facendo contrarre alcuni muscoli. Finché siamo giovani, questa compensazione non ci reca grossi problemi ma, con l’invecchiamento, questi aggiustamenti diventano sempre meno efficaci portando il soggetto, ad esempio, a lamentare dolori e fastidi di tipo muscolare.

 

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È molto importante, sin dalla tenera età, individuare eventuali anomalie dell’occlusione dentale in modo tale da permettere al soggetto di godere di buona salute.

Possiamo distinguere le tipologie di occlusione dentale facendo uso delle Classi di Angle.

Un soggetto che presenta una seconda Classe di Angle si ritrova ad avere la mandibola spostata più indietro rispetto all’arcata superiore di quanto dovrebbe essere. In particolare il primo molare inferiore risulta spostato più indietro di mezza cuspide rispetto al molare dell’arcata superiore.
Per compensare a questa cattiva postura della mandibola il soggetto si ritrova ad assumere un’inclinazione del tronco verso l’avanti con conseguente contrazione dei muscoli dorsali.

Un soggetto che presenta una terza Classe di Angle, invece, si ritrova ad avere la mandibola spostata più avanti rispetto all’arcata superiore di quanto dovrebbe essere. In particolare il primo molare inferiore si troverà molto più avanti rispetto al molare dell’arcata superiore. Per compensare a questa cattiva postura della mandibola, il soggetto si trova ad assumere un’inclinazione del tronco verso l’indietro con conseguente contrazione dei muscoli pettorali.

Per avere una buona occlusione è indispensabile che il soggetto abbia la mandibola nella posizione corretta, ovvero in prima Classe di Angle. In questo caso il primo molare inferiore si trova spostato di mezza cuspide più avanti rispetto al molare dell’arcata superiore. Per essere in prima Classe di Angle è anche necessario che il paziente presenti l’integrità dei denti (la mancanza di un dente, per esempio, è già un elemento che sfavorisce la giusta occlusione), i denti devono essere correttamente allineati ed il margine incisale palatale dell’arcata superiore deve coprire leggermente il margine incisale vestibolare dell’arcata inferiore.

Bisogna tenere in considerazione l’over jet (distanza orizzontale tra i margini incisali dell’arcata superiore e dell’arcata inferiore; deve essere di 2,5 mm) e l’over bite (distanza verticale tra i margini incisali dell’arcata superiore e dell’arcata inferiore; deve essere di 2,5 mm)

Per avere un’occlusione PERFETTA, però, non è sufficiente presentare soltanto la prima Classe di Angle, ma bisogna anche avere i denti posizionati in modo tale che tutti gli assi immaginari che passano per ogni dente, convergano in un punto molto preciso, ovvero la crista galli dell’osso etmoide; questa condizione rappresenterebbe la perfezione, purtroppo, difficilmente raggiungibile.

Quando siamo in situazione di riposo, le labbra sono chiuse ma i nostri denti non si toccano; tra l’arcata superiore e l’arcata inferiore rimangono pochi millimetri di distanza. Questo significa che non ci troviamo in una situazione di occlusione ma comunque la mandibola si trova in uno stato di leggera elevazione. I muscoli elevatori come il massetere, sono muscoli “antigravitari” che contrastano continuamente la forza di gravità e dunque permettono alla nostra mandibola di non cedere a questa forza aprendosi completamente ma le permettono di rimanere in elevazione anche nella fase di riposo. Soltanto durante il sonno profondo questi muscoli non compiono il loro ruolo antigravitario; questo perché, durante la fase del sonno profondo, il tono muscolare si annulla completamente (i muscoli del corpo si rilasciano) ed è questo il motivo per cui quando dormiamo ci esce la “bavetta” dalla bocca o per cui quando ci svegliamo la mattina ci sembra di non avere forza nei muscoli.

Entrando più nello specifico, possiamo distinguere in particolare tre elementi che facilitano la mandibola a rimanere in elevazione durante la fase di riposo:

  • il riflesso miotatico: i fusi neuromuscolari (propriocettori, ovvero recettori che percepiscono la posizione dei tendini, dei muscoli e delle articolazioni) quando percepiscono che i muscoli elevatori cedono alla forza di gravità (quindi si rilasciano), tramite circuiti neuronali, riportano in contrazione il muscolo impedendogli di alterare la postura della mandibola.
  • lo spazio di Donders: quando siamo in fase di riposo, all’interno del cavo orale si creano degli spazi (tra la lingua ed il palato, tra le arcate e la lingua, a livello di faringe…) che permettono di creare una pressione negativa (circa -10 mmHg) che permette alle labbra di rimanere chiuse come se fosse un effetto a ventosa; questo permette alla mandibola di rimanere in elevazione.
  • le forze visco-elastiche: si tratta di forze che riguardano le fibre muscolari e che permettono di opporre resistenza al rilasciamento del muscolo.

Quando si hanno delle alterazioni della postura della mandibola e dell’occlusione, la strategia migliore per ovviare al problema è quello di intraprendere un percorso di trattamento ortodontico; nei casi più complessi è anche possibile intervenire chirurgicamente operando a livello di articolazione temporo-mandibolare.